L’Isola del Tesoro di via Cantarane in Veronetta
Negli spazi della ditta Dolci, i macchinari, l’arredo, gli oggetti, per quanto sconosciuti e misteriosi, ci incuriosiscono ed attraggono…come accade quando scopriamo, con sorpresa, l’esistenza di un parente. Vediamo antichi mulini macina-pigmenti ancora funzionanti, sormontati da strane cappe e grandi imbuti, massicce mole in granito (molazze), rotaie che entrano in un ampio forno impiegato per la bruciatura (calcinazione) delle terre, grandi sacchi contenenti antiche terre: di Siena, di Cipro, di Brentonico e delle miniere veronesi.
I toni di colori a calce applicati sui muri del laboratorio Dolci in regolari riquadri, colpiscono la nostra retina, facendoci immaginare pareti, stanze, facciate di case, dipinte con queste raffinate tonalità. Allo stesso modo, gli scaffali in legno colmi di vasi in vetro contenenti i pigmenti puri di vari colori, catturano, come un magnete, il nostro occhio, generando una quasi infantile irresistibile voglia di dipingere.
Leggendo poi le etichette dei numerosi prodotti esposti nelle varie mensole, corriamo con la mente verso luoghi e spazi d’altri tempi. Giallo di Napoli, Grassello di Calce, Sangue di Drago, Gomma Arabica, Blu oltremare, Essenza di Trementina, Rosso Veneziano, Gomma Gutta, vernice chetonica, vernice Damar, resina acrilica, blu Ercolano, cera d’api, rosso di Marte…e così per molti altri vocaboli: si vive una sorta di contrazione del tempo: passato, presente e futuro diventano un tutt’uno. Non è un nostalgico rimpianto dei bei tempi andati; si tratta, piuttosto, di qualcosa che ha a che fare con le ere geologiche, con la trasformazione della materia, con l’immaginazione del futuro…….