LA VITA NELLE RADICI (introduzione) Il ritorno alle radici dimostra la vita, nel caso di Albano è riavvolgere la pellicola in un maturo e brillante contesto fotografico. Un contesto analogico come matrice concettuale perché parte molti anni fa, e un contesto digitale nella sua fattispecie perché prodotto con la maestria nell’uso del contemporaneo. Il viaggio di Albano parte tra i filari della vigna, durante le lunghe estati pugliesi, estati che culminano con il rituale della vendemmia. A quel tempo la visione di Cataldo è la visione del piccolo Aldo che osservava quei chicchi con l’arguzia atavica e inconsapevole di un bambino. Gli occhi di un bambino sanno cogliere il segreto delle cose perché ne respirano l’essenza. Gli orpelli e le strutture mentali arrivano crescendo, con il tempo. Così è proprio senza quelle strutture mentali che Aldo sente la vigna. In lui si radica l’importanza della vite e della sua radice che simbolicamente è un padre quando cresce il proprio figlio con valori antichi e legati alla terra come il rispetto, la forza, la stabilità, la semplicità, la concretezza del bene. I suoi occhi di bimbo si concentrano subito sul riconoscere quanto sia prezioso quel nettare protetto dagli acini al pari di una madre che genera la vita e il principio di ogni cosa. Oggi Cataldo Albano torna con la ricchezza di chi ha viaggiato planando sull’acqua e con quella delicatezza che solo dalla terra e dal mare avrebbe potuto imparare. La coesione, la vicinanza degli elementi è concreta e viscerale nelle fotografie di Albano. In ogni scatto lo sguardo entra così in profondità da penetrarne naturalmente la superficialità. Il messaggio di Albano realizza e supera i confini del dire per dimostrare di essere e arriva concretamente a rappresentare argomenti più profondi e entità primarie come ad esempio l’odorato che tra i sensi rimane il più acuto, raro e difficile tassello padroneggiabile nella comprensione sensoriale delle cose…… Federico Ferrarini